Ribelli all'angolo by Jacopo Ghilardotti;

Ribelli all'angolo by Jacopo Ghilardotti;

autore:Jacopo Ghilardotti; [Ghilardotti;, Jacopo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788862317085
editore: edigita
pubblicato: 2019-09-09T22:00:00+00:00


R-B SHOWDOWN BIG BITY 1984, un bootleg dei Clash a cinque. Contiene In The Pouring Rain.

Ai primi di giugno, quando i Clash a cinque fecero ritorno in Inghilterra, John Mellor era atteso da un’altra cattiva notizia. Sua madre era malata di cancro. Le asportarono il seno destro e stava per cominciare la chemioterapia, ma il tumore era andato già molto avanti. I medici prospettarono a Joe che potesse vivere ancora dai due mesi ai due anni e lui, scottato per non essere stato accanto al padre nei suoi ultimi giorni, scomparve dalla circolazione per starle accanto e curarla. In sua assenza Howard, Sheppard e White trascorsero l’estate del 1984 trovandosi in cantina ogni mattina a sviluppare e arrangiare le ultime canzoni scritte da Joe, che altro non erano, a quello stadio, se non rudimentali sequenze di accordi registrate sopra un ritmo di batteria elettronica, senza testo nè storia. Bernie li teneva sempre sulla corda e ogni tanto passava Paul, a vedere come buttava. Joe se ne stava da parte, ufficialmente a scrivere altre canzoni per l’imminente prossimo album. Nel frattempo Mick Jones aveva allentato la presa sui capitali del gruppo, con l’idea di usare quei soldi per comprare l’attrezzatura necessaria al suo nuovo progetto. Correva allora lo sciopero dei minatori, iniziato a marzo nello Yorkshire: l’estate della massima allerta del paese contro la legge di Margaret Thatcher, l’ora perfetta perché i Clash a cinque rimarciassero sull’Inghilterra, fieri del loro nome e della loro nomea, eppure la bucarono completamente. Tornarono in circolazione solo a settembre, e in Italia, per un tour di cinque date delle feste dell’Unità. Joe nemmeno si fece vedere alle prove, viaggiò per conto proprio e si regalò una vacanza a Napoli di qualche giorno. Durante il concerto di Genova il pubblico invase il palcoscenico; l’ultima data prevista a Torino fu annullata per imprecisati problemi di sicurezza. Di ritorno a Londra Howard, Sheppard e White ricominciarono a lavorare sui nastri elementari preparati da Joe, pur sicuri che quella non fosse la strada migliore per scrivere le canzoni di un gruppo punk. In contrasto con tutte le aspettative maturate dal giorno in cui Mick era stato cacciato, quell’autunno Bernie Rhodes minacciò i tre che non avrebbero suonato nel nuovo album.

Dopo una falsa partenza in uno studio di Camden Town, le registrazioni del fatidico disco dei Clash a cinque cominciarono il mese di dicembre del 1984 negli studi Weryton di Unterföhring, a nord di Monaco di Baviera, uno studio attrezzato e a buon mercato che Rhodes aveva scovato apposta, lontano dal pettegolo clima di Londra. Bernie Rhodes in persona sarebbe stato il produttore del disco. Era una novità senza precedenti: come se Brian Epstein avesse deciso di produrre lui gli album dei Beatles, invece di lasciarlo fare a George Martin. Negli anni Rhodes non aveva mai messo becco direttamente nelle scelte musicali, di regola si limitava a commentare, a indicare direzioni, a dare suggerimenti. Così l’intromissione diventava totale, e ne rende prova il modo stesso in cui, dallo scranno del produttore, diresse tutte le operazioni.



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